Filippo Neviani – Nek

 

A contattarlo è stata Emanuela, una socia di Voa Voa Onlus Amici di Sofia che voleva sensibilizzare personaggi famosi alla causa di questi bambini segnati da un destino difficile. Da subito Emanuela trova in Filippo Neviani -Nek per il grande pubblico che lo segue da anni con fedeltà e entusiasmo-, un terreno più che fertile perchè i semi della solidarietà attecchiscano e germoglino rigogliosi.

Nek si presenta alla grande famiglia di Voa Voa il giorno dell’ufficializzazione della nascita della nostra associazione, 7 dicembre 2013 nella maestosa cornice di San Miniato al Monte a Firenze, per assistere alla concomitante occasione della presentazione del nostro volume simbolo “Voa Voa!”.

Jeans, capelli sparati, raggi di sole nel sorriso pulito, luminoso come l’azzurro degli occhi e dell’animo. Ai soci suoi fan Filippo dispensa sorrisi e abbracci, posa con loro sul sagrato dell’antico Santuario romanico. E anche i turisti si fermano a guardare quella che sembra la scenografia di un affresco rinascimentale. I colori sono forti come la coscienza di chi combatte quotidianamente malattia e dolore. I chiaroscuri sui volti gioiosi, nonostante tutto gioiosi. La luce opaca e fresca di dicembre riempie di vita cose e persone che, di vita -a ben dire dalla scienza medica, non dovrebbero averne più.

Con naturalezza e consapevolezza Filippo si lascia invadere, non ha paura di farsi contaminare dalla diversità delle nostre vite. Come ciascuno degli altri preziosi soci che hanno scelto di sbottonare un occhiello alla propria normalità per tenderci una mano e raggiungerci, anche Nek e sua moglie Patrizia prendono naturalmente posto nel grande affresco che da quel 7 dicembre in poi ha cominciato a prendere forma. Non poteva essere altrimenti, ripensando alle parole della sua canzone “Se non ami”:

Non hai il senso delle cose più piccole,

le certezze che non trovi e che non dai
l’amore attende (…)
e chiede di esser libero alle porte

Perchè chi ama condivide.

Dopo l’impatto con la malattia di un bambino resta il dolore e basta? La vita c’insegna che resta anche un grande amore, tanto più forte e saldo quanto più solidificato e profondo diventa il dolore. Entrambi sono da condividere, non da rigettare. La sfida al dolore a colpi d’amore è la più dura che esista, eppure le famiglie di Voa Voa hanno deciso di coglierla, con una forza che forse, pensandola nel contesto di un impegno quotidiano a lungo termine, ha del divino o quanto meno del sovrumano.

Nek lo percepisce, nel suo profondo lo sa. Ascolta tutte le parole che vengono dette dai genitori di Sofia, da fra’ Bernardo di San Miniato, dai soci che prendono parola nel corso dell’incontro in cui si presentano intenti futuri ed esperienze vissute, da chi la nostra associazione la fa, non si limita a osservarla dal lontano. Filippo è uno che dà peso alle parole, le prende con sè una per una, con delicatezza, per non distorcerle o scomporle, per comprenderle e farle sue. Filippo, insieme a Patrizia, ci mette un attimo a decidere che sarà di quelli che fa.

Si alza, prende il microfono e dice “Sono con voi. Conosco il dolore, anche se in modo diverso perchè ha toccato mio padre e non mia figlia. Sono con voi e vi chiedo di fare di me uno strumento. Usatemi come meglio credete.”

Da allora Nek, Filippo, ha messo a disposizione delle famiglie di Voa Voa tutto se stesso. L’artista e la persona. E’ rimasto qui sempre, con noi, non si è mosso di un passo altro che per avvicinarsi ancora di più.

Sono quello di sempre,
che non potrei stare fermo mai,
davanti a un mucchio di niente (…)
per cominciare da capo e ritrovare una coscienza,
per fare a pezzi con le parole questa indifferenza.

(cit. “Hey Dio”, dall’album Filippo Neviani,Nek)