Attesi da 15 anni, sabato 18 marzo sono arrivati i nuovi Lea (Livelli essenziali di assistenza) aggiornati, cioè le prestazioni e i servizi che il Servizio sanitario nazionale (Ssn) deve garantire a tutti i cittadini gratuitamente o dietro pagamento di un ticket.
La notizia arrivata con un sospiro di sollievo porta insieme alla ventata di ottimismo “ministeriale” molte perplessità da parte delle Amministrazioni Regionali a cui è declinata operativamente ed economicamente l’adempimento dei LEA. L’investimento complessivo di 800 milioni di euro annui, già definito insufficiente dalle Regioni, porterà inevitabilmente una nuova stagione di promesse disattese e scarica barile istituzionali.
Per garantire che i Lea siano sempre aggiornati ed evitare il rischio di attese decennali, è stata istituita una Commissione nazionale che monitorerà il contenuto dei Lea, escludendo prestazioni che divengano obsolete e valutando di erogare a carico del Ssn trattamenti che nel tempo si dimostrino innovativi. Speriamo che, in uno scenario economico già fortemente turbato dalla crisi del Sistema Italia, la Commissione di monitoraggio, al fine di rendere sostenibile l’operazione Lea, non tenderà a favorire più l’esclusione rispetto all’inclusione di nuove prestazioni erogabili dal SSn, oltre al mantenimento di quelle in essere.
Il documento, firmato lo scorso 12 gennaio dal premier Paolo Gentiloni, mette tra le nuove prestazioni garantite la fecondazione assistita eterologa ed omologa, i nuovi vaccini, lo screening neonatale esteso a tutte le regioni, l‘esenzione dal ticket per endometriosi, i trattamenti per la celiachia e l’esenzione sanitaria estesa ad ulteriori 110 malattie rare. Entra anche il trattamento dell’autismo, con diagnosi precoce, cura e trattamento individualizzato, integrazione nella vita sociale e sostegno per le famiglie.
Fra le tante innovazioni dei Lea 2017, si ritrovano anche alcune novità vintage per i cittadini, come il capitolo sulle Cure Domiciliari e Palliative. Per il popolo degli invalidi gravissimi, malati inguaribili ad altissima intensità assistenziale ed i loro caregivers familiari, tornare a leggere concetti come PAI, Valutazione multidimensionale, ADI, Cia, ecc, aggiunge nuova frustrazione a quella accumulata in anni di Piani socio sanitari nazionali, regionali e per le malattie rare regolarmente disattesi nei loro contenuti a favore di percorsi assistenziali domiciliari.
Nei Lea si fa riferimento alla centralità dei Medici di medicina generale o dei Pediatri di libera scelta come “case manager” fra famiglia, ASL e Territorio, un ruolo di grande complessità e responsabilità, che ricade sulle spalle degli stessi familiari soprattutto in presenza di patologie rare poco conosciute dagli stessi medici.
Con tali premesse, le promesse e le regole contenute nei nuovi Lea sono sabotate da debolezze strutturali che rischiano di vanificarle in assenza di una programmazione concreta e attenta a convertire la legge scritta in servizi reali.
Sentito il governo centrale, ora tocca ai cittadini e al governo sanitario delle Regioni mettere a regime le novità vintage e le innovazioni attese nei Lea 2017.
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Si riportano gli articoli 22 e 23 sulle Cure Domiciliari e Palliative.
Art. 22
Cure domiciliari
Il Servizio sanitario nazionale garantisce alle persone non autosufficienti e in condizioni di fragilita’, con patologie in atto o esiti delle stesse, percorsi assistenziali a domicilio costituiti dall’insieme organizzato di trattamenti medici, riabilitativi, infermieristici e di aiuto infermieristico necessari per stabilizzare il quadro clinico, limitare il declino funzionale e migliorare la qualita’ della L’azienda sanitaria locale assicura la continuita’ tra le fasi di assistenza ospedaliera e l’assistenza territoriale a domicilio.
Le cure domiciliari, come risposta ai bisogni delle persone non autosufficienti e in condizioni di fragilita’, si integrano con le prestazioni di assistenza sociale e di supporto alla famiglia, secondo quanto previsto dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 14 febbraio 2001 recante «Atto di indirizzo e coordinamento sull’integrazione sociosanitaria». Il bisogno clinico, funzionale e sociale e’ accertato attraverso idonei strumenti di valutazione multidimensionale che consentano la presa in carico della persona e la definizione del «Progetto di assistenza individuale» (PAI) sociosanitario integrato, fatto salvo quanto previsto dalle regioni e dalle province autonome in merito al comma 3, lettera a).
In relazione al bisogno di salute dell’assistito ed al livello di intensita’, complessita’ e durata dell’intervento assistenziale, le cure domiciliari, si articolano nei seguenti livelli:
(salto le cure di I^ e II ^ livello)
cure domiciliari integrate (ADI) di III^ livello: costituite da prestazioni professionali di tipo medico, infermieristico e riabilitativo, accertamenti diagnostici, fornitura dei farmaci di cui all’art. 9 e dei dispositivi medici di cui agli articoli 11 e 17, nonche’ dei preparati per nutrizione artificiale a favore di persone con patologie che, presentando elevato livello di complessita’, instabilita’ clinica e sintomi di difficile controllo, richiedono continuita’ assistenziale ed interventi programmati caratterizzati da un CIA maggiore di 0,50, anche per la necessita’ di fornire supporto alla famiglia e/o al care‐giver. Le cure domiciliari ad elevata intensita’ sono attivate con le modalita’ definite dalle regioni e dalle province autonome richiedono la valutazione multidimensionale, la presa in carico della persona e la definizione di un «Progetto di assistenza individuale» (PAI). Il medico di medicina generale o il pediatra di libera scelta assumono la responsabilita’ clinica dei processi di cura, valorizzando e sostenendo il ruolo della famiglia.
Ai sensi dell’art. 3‐septies del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502 e successive modificazioni e del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 14 febbraio 2001, recante «Atto di indirizzo e coordinamento sull’integrazione sociosanitaria», le cure domiciliari sono integrate da prestazioni di aiuto infermieristico e assistenza tutelare professionale alla persona. Le suddette prestazioni di aiuto infermieristico e assistenza tutelare professionale, erogate secondo i modelli assistenziali disciplinati dalle regioni e dalle province autonome, sono interamente carico del Servizio sanitario nazionale per i primi trenta giorni dopo la dimissione ospedaliera protetta e per una quota pari al 50 per cento nei giorni successivi.
Le cure domiciliari sono integrate da interventi sociali in relazione agli esiti della valutazione multidimensionale.
(1) CIA: coefficiente intensita’ assistenziale = GEA/GdC; GEA: giornate di effettiva assistenza nelle quali e’ stato effettuato almeno un accesso domiciliare; GdC: giornate di cura dalla data della presa in carico alla cessazione del programma
Art. 23
Cure palliative domiciliari
Il Servizio sanitario nazionale garantisce le cure domiciliari palliative di cui alla legge 15 marzo 2010, n. 38, nell’ambito della Rete di cure palliative a favore di persone affette da patologie ad andamento cronico ed evolutivo per le quali non esistono terapie o, se esistono, sono inadeguate o inefficaci ai fini della stabilizzazione della malattia o di un prolungamento significativo della vita.
Le cure sono erogate dalle Unita’ di Cure Palliative (UCP) sulla base di protocolli formalizzati nell’ambito della Rete e sono costituite da prestazioni professionali di tipo medico, infermieristico, riabilitativo e psicologico, accertamenti diagnostici, fornitura dei farmaci di cui all’art. 9 e dei dispositivi medici di cui agli articoli 11 e 17, nonche’ dei preparati per nutrizione artificiale, da aiuto infermieristico, assistenza tutelare professionale e sostegno.
Le cure palliative domiciliari si articolano nei seguenti livelli: a) livello base: costituito da interventi coordinati dal medico di medicina generale o dal pediatra di libera scelta, secondo quanto previsto dall’art. 2, comma 1, lettera f) della legge 15 marzo 2010, n. 38, che garantiscono un approccio palliativo attraverso l’ottimale controllo dei sintomi e una adeguata comunicazione con il malato e la famiglia; sono erogate da medici e infermieri con buona conoscenza di base delle cure palliative e si articolano in interventi programmati caratterizzati da un CIA minore di 0,50 in funzione del progetto di assistenza individuale; b) livello specialistico: costituito da interventi da parte di equipe multiprofessionali e multidisciplinari dedicate, rivolti a malati con bisogni complessi per i quali gli interventi di base sono inadeguati; richiedono un elevato livello di competenza e modalita’ di lavoro interdisciplinare. In relazione al livello di complessita’, legato anche all’instabilita’ clinica e ai sintomi di difficile controllo, sono garantiti la continuita’ assistenziale, interventi programmati caratterizzati da un CIA maggiore di 0,50 definiti dal progetto di assistenza individuale nonche’ pronta disponibilita’
medica e infermieristica sulle 24 ore.
Le cure domiciliari palliative richiedono la valutazione multidimensionale, la presa in carico del paziente e dei familiari e la definizione di un «Progetto di assistenza individuale» (PAI). Le cure domiciliari palliative sono integrate da interventi sociali in relazione agli esiti della valutazione multidimensionale.
Dalla lettura dei due articoli si evince ancora una volta che le cure domiciliari ad elevata intensita’ richiedono oltre alla valutazione multidimensionale, la presa in carico della persona e la definizione di un «Progetto di assistenza individuale» (PAI), che il Il medico di medicina generale o il pediatra di libera scelta assumono la responsabilita’ clinica dei processi di cura.